Si tratta di un posto magico, reso tale dagli imponenti resti del ponte, ma anche dalle limpide acque del Nera e dalla fitta vegetazione, tra cui lecci e pini di Aleppo.
Nel corso dei secoli lo scenario del ponte ha ispirato schiere di artisti, sedotti da un luogo di rara bellezza. Tra la fine del ‘700 e per buona parte del secolo successivo, pittori inglesi, francesi, tedeschi e persino scandinavi visitarono gli antichi resti per immortalare sulle tele quell'incredibile magnificenza.
Come nel caso del celebre paesaggista francese Corot, che dipinse più volte il ponte, o dell'inglese Turner. Per i plenaristi, i pittori che dipingevano all'aperto, il ponte di Augusto, così come i dintorni di Narni, rappresentavano occasioni imperdibili da riprodurre su tela.
Thomas Jones, nel 1776, così scrisse a proposito di questo luogo:
«non posso fare a meno di riconoscere le emozioni nuove e straordinarie che provai nell'attraversare per la prima volta queste terre bellissime e pittoresche. Era come se ogni scena mi fosse già apparsa in sogno. Sembra un paese incantato».
Lasciati i resti del ponte di Augusto, ha inizio il percorso ciclabile delle Gole del Nera, una pista ciclo-pedonale che si rivela un riuscitissimo progetto di recupero della dismessa tratta ferroviaria, inaugurato nel 2016.
Il percorso, lungo sei chilometri (il tempo medio di percorrenza a piedi è di circa 1 ora e 20 minuti) è caratterizzato da un'ampia strada sterrata, completamene in piano, impreziosita dalla suggestiva presenza di due ampie gallerie.
All'uscita della prima, voltando lo sguardo alla propria destra, si può ammirare fra i boschi rigogliosi, il delicato profilo dell'abbazia di San Cassiano, complesso monastico benedettino risalente al X secolo d.C.
Chi volesse addentrarsi più nella natura, può scegliere di battere il sentiero che costeggia il fiume e che si trova alla sinistra della strada ciclopedonale.
Si tratta di una soluzione meno agevole, anche se priva di rischi, ma senza dubbio più suggestiva e consigliata in giornate calde e assolate. Il tratto ciclabile, infatti, eccezion fatta per le citate gallerie, è totalmente privo di zone d'ombra.
Il sentiero, tuttavia, non arriva fino a Stifone. Giunti in prossimità di alcune case è inevitabile riprendere il percorso ciclopedonale che, dopo una ventina di minuti circa, porta all'incanto del lago e del paesino.
Impossibile non ammirare la bellezza di un luogo che sembra uscito fuori da un libro di fiabe. Lo stormire delle foglie, il canto degli uccelli e quel colore intenso delle limpidissime acque del fiume Nera che diventa per un attimo lago, rendono l'atmosfera davvero suggestiva.
Sembra impossibile che a pochi chilometri ci sia l'autostrada, la ferrovia e il centro urbano di Narni.
Il consiglio è di visitare questo luogo in primavera, quando la natura è nel pieno del risveglio e le temperature sono ancora miti.
Fate scorta di acqua perché lungo il tragitto, eccezion fatta per l'inizio, non esistono fontanelle, o punti ristoro.