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Umbria terra di storia e natura, scrigno di tesori preziosi e ogni volta sorprendenti. Uno di questi è senza dubbio rappresentato dal paesino di Stifone (oggi frazione del comune di Narni) e dal piccolo lago su cui si affaccia, un luogo dove il tempo sembra essersi arrestato. Protagonista assoluto di questo luogo è la natura e il fiume Nera, corso d'acqua le cui sorgenti sono situate nelle Marche, a 902 m s.l.m. sui Monti Sibillini.

PERCORSO CICLOPEDONALE DELLE GOLE DEL NERA

A dispetto della sua limitata lunghezza, il fiume Nera assume una fondamentale importanza visto che le sue acque costituiscono buona parte della portata annua del più celebre Tevere. Un fiume, il Nera, caro agli umbri e legato a un'antica leggenda.
Un giorno il pastore Velino, camminando per i boschi, si imbatté nella bellissima ninfa Nera. Fra i due fu amore a prima vista. I due iniziarono a vedersi con assiduità ma questa frequentazione giunse alle orecchie dell'invidiosa Giunone che, non tollerando l'amore fra una divinità e un pastorello, decise di mutare la ninfa in un fiume, il Nera per l'appunto.
Velino, ignaro della sorte occorsa all'amata, cercò per giorni la ragazza, senza tuttavia trovarla. Venuto a sapere da un oracolo dell'accaduto, iniziò a vagare per i boschi come un folle e, devastato dal dolore, si buttò dalla rupe dove la prima volta aveva incontrato Nera. Quell'insano gesto commosse, tuttavia, la Dea Feonia che decise di trasformare Velino in una cascata, la Cascata delle Marmore, a perenne suggello di quell'infelice amore.

STIFONE (NARNI) E LE ACQUE BLU DEL NERA

Una porzione di questo leggendario fiume è l'essenza delle Gole del Nera, piccolo lago a ridosso dell'incantevole paesino di Stifone, un manipolo di case che sembra uscito fuori da un presepe.
Questa porzione di paradiso si raggiunge attraverso un agevole percorso ciclopedonale, il cui inizio corrisponde con il ponte di Augusto (27 a.C.), sul quale passava l'antica via Flaminia, una delle principali strade consolari romane.

Si tratta di un posto magico, reso tale dagli imponenti resti del ponte, ma anche dalle limpide acque del Nera e dalla fitta vegetazione, tra cui lecci e pini di Aleppo.

Nel corso dei secoli lo scenario del ponte ha ispirato schiere di artisti, sedotti da un luogo di rara bellezza. Tra la fine del ‘700 e per buona parte del secolo successivo, pittori inglesi, francesi, tedeschi e persino scandinavi visitarono gli antichi resti per immortalare sulle tele quell'incredibile magnificenza.

Come nel caso del celebre paesaggista francese Corot, che dipinse più volte il ponte, o dell'inglese Turner. Per i plenaristi, i pittori che dipingevano all'aperto, il ponte di Augusto, così come i dintorni di Narni, rappresentavano occasioni imperdibili da riprodurre su tela.

Thomas Jones, nel 1776, così scrisse a proposito di questo luogo:

«non posso fare a meno di riconoscere le emozioni nuove e straordinarie che provai nell'attraversare per la prima volta queste terre bellissime e pittoresche. Era come se ogni scena mi fosse già apparsa in sogno. Sembra un paese incantato».

Lasciati i resti del ponte di Augusto, ha inizio il percorso ciclabile delle Gole del Nera, una pista ciclo-pedonale che si rivela un riuscitissimo progetto di recupero della dismessa tratta ferroviaria, inaugurato nel 2016.

Il percorso, lungo sei chilometri (il tempo medio di percorrenza a piedi è di circa 1 ora e 20 minuti) è caratterizzato da un'ampia strada sterrata, completamene in piano, impreziosita dalla suggestiva presenza di due ampie gallerie.

All'uscita della prima, voltando lo sguardo alla propria destra, si può ammirare fra i boschi rigogliosi, il delicato profilo dell'abbazia di San Cassiano, complesso monastico benedettino risalente al X secolo d.C.

Chi volesse addentrarsi più nella natura, può scegliere di battere il sentiero che costeggia il fiume e che si trova alla sinistra della strada ciclopedonale.

Si tratta di una soluzione meno agevole, anche se priva di rischi, ma senza dubbio più suggestiva e consigliata in giornate calde e assolate. Il tratto ciclabile, infatti, eccezion fatta per le citate gallerie, è totalmente privo di zone d'ombra.

Il sentiero, tuttavia, non arriva fino a Stifone. Giunti in prossimità di alcune case è inevitabile riprendere il percorso ciclopedonale che, dopo una ventina di minuti circa, porta all'incanto del lago e del paesino.

Impossibile non ammirare la bellezza di un luogo che sembra uscito fuori da un libro di fiabe. Lo stormire delle foglie, il canto degli uccelli e quel colore intenso delle limpidissime acque del fiume Nera che diventa per un attimo lago, rendono l'atmosfera davvero suggestiva.

Sembra impossibile che a pochi chilometri ci sia l'autostrada, la ferrovia e il centro urbano di Narni.

Il consiglio è di visitare questo luogo in primavera, quando la natura è nel pieno del risveglio e le temperature sono ancora miti.

Fate scorta di acqua perché lungo il tragitto, eccezion fatta per l'inizio, non esistono fontanelle, o punti ristoro.

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